Intervista ai Siderartica, agosto 2005

Sempre più raramente accade di imbattersi in personaggi interessanti, dotati di grande carisma, di una personalità ricca e complessa, ed al contempo benedetti anche dal sacro fuoco dell'Arte quella con la “A” maiuscola, altresì nota come talento puro – cristallino - seducente. Tra le migliori realtà in assoluto della scena italiana i Siderartica, insieme a Kirlian Camera e Stalingrad, declinano la multiforme vena creativa di un'artista dalle mille cifre, coraggiosa, volitiva, mai banale, mai prevedibile. Elena Alice Fossi.

- Ciao Elena, so di averti strappata ad un periodo di super lavoro e ti ringrazio da subito quindi per la disponibilità accordatami! Ci vuoi parlare dei vari progetti nei quali sei coinvolta al momento e che senz'altro interesseranno i tuoi fedelissimi fans?
– Bene, partiamo da KC, con cui stiamo finalmente portando a termine il nuovo album, “Coroner's Sun”. Si tratta di un doppio cd in versione box limitato e doppio digipak che include, oltre al disco madre, una raccolta di re-mix di brani presi da “Invisible Front”. Coinvolti in questo progetto sono gruppi come Wumpscut, Punto Omega e Sensory Gate. Il tutto dovrebbe uscire entro la fine di Novembre. Per quanto riguarda Siderartica, ad Ottobre uscirà la ristampa russa di “Night Parade”; a seguire, verso Febbraio/Marzo, un doppio album contenente il nostro primo dvd live, che registreremo a Berlino in Novembre, più un album di re-mix, brani inediti e una “single-cover”. Anche per Stalingrad c'è un possibile risveglio dal letargo, un eventuale lavoro che, però, non vedrà la luce almeno fino a 2006 inoltrato.

- Che responsi avete avuto per l'ottimo ultimo album dei Siderartica?
– Devo dire che l'esito, al momento, è molto buono. Il secondo album spaventa sempre un pò, perché lo spettro del primo ti alita sul collo, facendoti sentire una merda se non riesci ad essere così ingenuamente spontaneo. Ma, “Shapes and Colours from the Land of God” è stato capito, apprezzato e, perché no, ben pubblicizzato. Spero che questo porti bene anche per il futuro, sarebbe un buon riscatto, dato che il nostro primo album “Night Parade”, è rimasto nell'ombra finora, perché poco rappresentato – e perché erano veramente in pochi a conoscerci! -

- Mettere su e portare avanti dei progetti come Kirlian Camera e Siderartica, oggi in Italia, che costi ha in termini di tempo, dedizione, fatica e denaro?
– E' inutile negare che per questi progetti impieghiamo molto tempo e dedizione, intanto perché vogliamo che mantengano una vita propria e un assetto indipendente l'uno dall'altro. Ognuno di questi contiene in sè un concept madre da cui poi derivano tutte le idee che traduciamo in canzoni, quindi nella nostra testa si tratta di lavorare con pensieri diversi, strumentazione diversa, pur tuttavia con anime comunicanti tra di loro. Per il discorso denaro, devo dire che noi lavoriamo molto in casa, adottando scelte stilistiche anche discutibili, per il periodo attuale. Intanto, ci piace mantenere uno stretto rapporto con vecchi strumenti elettronici come il SYNTHI A/AKS o usare suoni tipo-vintage come quelli del MICROKORG. Siamo consapevoli del fatto che lavorare interamente con pc o simili sarebbe più pratico e veloce, ma, per noi, è di sicuro più noioso e meno accattivante. Finito il lavoro di registrazione, che facciamo in casa con due vecchi adat, mixiamo manualmente. In studio di registrazione facciamo solo il lavoro di masterizzazione. Questo, ovviamente, ci permette di contenere le spese, che altrimenti sarebbero eccessivamente alte.

- Kirlian Camera e Siderartica sono solo le ultime tappe, magari stabili e definitive, del tuo personale percorso musicale; precedentemente a queste due realtà chi era Elena Alice Fossi, in che progetti era coinvolta e come sbarcava il lunario?
– Premetto subito che da ragazzina non ero una di quelle spigliate che a 14 anni sono già al 20esimo anno di pianoforte a coda e studio lirico a livello internazionale! Semplicemente, circa 8 anni fa, ho conosciuto Andrea Savelli, che suonava il basso e cantava in un gruppo locale e il mio primo approccio musicale è stato fare dei cori per loro! Presto, però, ho iniziato ad arrangiare e armonizzare i pezzi e subito dopo mi hanno chiesto di cantare da solista. A quel punto ho pensato di prendere qualche lezione di canto e mi sono ritrovata in conservatorio. A 22 anni mi hanno chiamata ad insegnare proprio canto in una scuola di musica. Non pensavo di essere pronta per questo passo, ma desideravo veramente provare. In effetti, la cosa ha funzionato piuttosto bene e un anno dopo, anche un'altra scuola di musica si è proposta allo stesso modo. Intanto il nostro gruppo era stato “epurato”, i fighetti se ne erano tornati a casa ed ora ci chiamavamo “ La Fille Biaise ”. Questo progetto, scalcinato ai massimi livelli e con le carte assolutamente non in regola per sfondare, è stata la mia prima vera passione!

- E invece chi è oggi Elena Alice Fossi?
– Poco tempo fa, dopo aver insegnato musica per 6 anni, lavoro per me sì fatto anche di qualche compromesso, ma molto molto soddisfacente, ho lasciato le scuole e mi sono trasferita nella kirliancity per concentrarmi solo su ciò che ho sempre voluto fare - infatti non ho un soldo! Spesso, le persone con cui ho modo di parlare, studenti, medici, professionisti, operai, imprenditori, mi fanno notare quanto io sia fortunata, perché ho potuto assecondare le mie scelte, ma quando rispondo che anche loro potrebbero dedicarsi alla vera passione della propria vita (quando ce l'hanno!), tutti quanti scoppiano a ridere imbarazzati e si danno un gran da fare per spiegarmi che non potrebbero mai lasciare la propria sicurezza economica, che sarebbe roba da kamikaze affogati nell'alcool. Per questo oggi mi ritengo una persona fortunata, perché sono riuscita a disfarmi di quella “condizionante sociale” che paralizza i sogni, e convivo completamente con i miei progetti musicali.

- Fin dalla prima volta che sono entrato in contatto con te, attraverso un semplice scambio di mail, sono rimasto colpito dalla tua genuina disponibilità e cortesia; al concerto tenutosi a Prato nel maggio di quest'anno ho potuto verificare l'affabilità e la naturalezza con la quale, scesi dal palco, sia tu che Angelo Bergamini avete scambiato delle parole con il pubblico, senza mai neanche per un attimo ostentare stupidi o ridicoli atteggiamenti divistici.
Benché ciò appaia del tutto “normale”, “ovvio” e “logico”, non può dirsi un esito scontato quando ci si approccia a molti cosiddetti “artisti”. Quale è la tua opinione in merito?

– L'altro giorno, al banco dei salumi di un supermercato mi ha servita una donna la cui gentilezza mi ha quasi commossa. Quella estrema ma non ridicola cortesia suonava strana, benché io sia consapevole che in fondo si comportava né più né meno come una normale venditrice di salume dovrebbe fare! Ma questo mondo è pieno di artisti, purtroppo. Li trovi nei cinema travestiti da scimmie che tirano pop corn ad altre scimmie, nei mercati del pesce, dediti a strinarti le orecchie con corde vocali di pessima levatura, sui palchi scalcinati e nei teatri più prestigiosi, intenti a farti vedere con quanto ardore hanno saputo fare i compiti per l'interrogazione di stamattina. E' triste e ridicolo lasciarsi scivolare nel vanto di una foca ammaestrata...!

- Quando avremo – noi fans dei Siderartica e Kirlian Camera - nuovamente l'occasione di vederti dal vivo in giro per l'Italia e magari in particolare qui in Toscana?
– Certe volte ho la sensazione che l'Italia sia per noi una brutta bestia travestita da Biancaneve! Insomma, ti vogliono tutti, ma, se la data del tuo concerto coincide con una sfilata di moda gotica, addio pubblico! Resta il fatto che i presenti sono “feroci” quanto noi, così, alla fine, vale sempre la pena di suonare! Comunque, il 15 ottobre saremo a Prato con Kirlian Camera, (proprio sotto casa tua!) per presentare il nuovo disco in uscita, “Coroner' Sun”. Sarà un'anteprima sia per quanto riguarda l'Italia sia per l'estero.

- Quali pensi siano le principali differenze che caratterizzano l'ultimo “Shapes and Colours from the Land of God” rispetto a “Night Parade”?
– Sicuramente l'atmosfera che si respira in questi due dischi è diversa. Il primo è plumbeo, notturno, il secondo, più favolistico, visionario. Poi, per quanto riguarda il lato creativo, in “Night Parade” c'è stato un maggiore lavoro di gruppo, mentre per “Shapes...” ho lavorato quasi interamente da sola e con più strumenti elettronici.

- Musicalmente cosa dobbiamo aspettarci dai Siderartica per il futuro? E' in preparazione del nuovo materiale? E che direzione sonora seguirà? Manterrà la linea tracciata dal bellissimo “Shapes and Colours from the Land of God” o apporterete sostanziali novità al sound della band?
– A parte il doppio a cui ho accennato prima, ho già in testa il prossimo album, per la cui uscita però non c'è NESSUNA fretta! Ho il titolo e la musica appiccicati ai miei pochi neuroni rimasti e, se resterà come me lo immagino, sarà un po' differente da “Shapes and Colours...”. Lo vedo come un tripudio di tanti piccoli robot che si muovono e agitano da tutte le parti e il suono sarà basato su un ritmo ancora più wave-elettronico. E' ancora presto per parlare e la rigidità non è una mia prerogativa, ma se in me persiste questo cambio di rotta, dovrò assecondarlo!

- Quale è il vostro retroterra musicale? Che gusti avete e cosa vi piace ascoltare al momento?
– Quando abbiamo iniziato ad armeggiare con strumenti e microfoni, ascoltavamo roba tipo CCCP e simili. Adesso siamo direzionati su altri ascolti. Personalmente mi piace certa musica classica o roba di mezzo come Morricone, Arvo Part od il più tradizionale e commerciale Vangelis, ma ascolto anche molta musica leggera di vario genere. I miei ascolti preferiti al momento sono Loreena McKennitt, Goldfrapp, Ultravox, Visage, Laibach, Kraftwerk, Laurie Anderson, SPK, Chemical Brothers e Gennaro Cosmo Parlato.

- Come giudicheresti la attuale scena dark ed elettronica italiana? Quale è il livello delle bands?
– Contrariamente a quello che potrebbe sembrare, mi sento di dire che fa ben sperare. Soprattutto se si parla di progetti, magari ancora non conosciutissimi, ma con buone probabilità di riuscire, che personalmente apprezzo molto e giudico anche migliori di quelli già in pista. Per esempio, i Chirleison, la cui musica si fonda su sonorità medievali impreziosite da una buona tessitura vocale femminile; i Criminal Asylum, il cui primo disco uscito sembra essere davvero ispirato e che, attualmente, stanno lavorando su un album a mio parere bello, interessante e potente... Poi Judah, Letatlin, Der Bekannte, gruppi di Old Europa Café, Small Voices e tante realtà che, confrontate con progetti stranieri, sorprendono per superiorità netta.

- Spero che questa domanda non risulti per te troppo irritante, nel qual caso ovviamente ti avvarrai della legittima facoltà di non rispondere: recentemente sei stata protagonista di una rovente intervista rilasciata al bimensile :Ritual:, dove alle domande provocatorie della intervistatrice hai risposto palesemente innervosita e contrariata. Col senno di poi, vuoi raccontarci la tua versione dei fatti in proposito?
– Intanto, premetto che non sono qui a giudicare le scelte, né tantomeno l'intelligenza della intervistatrice; sono consapevole che la sua idea possa avere una buona “presa commerciale”, quindi promozionale per ambo le parti. Il fatto è che queste domande sembrano essere purtroppo dedicate a quella categoria di gente che, bruttamente, si ciba di pettegolezzi privi di buon gusto. Mi era stato suggerito di non rispondere, ma ho voluto farlo, non con la stizza del permaloso (rispondere è stato un momento ludico!), ma con una certa ironia, forse, a tratti, un pochino pesante - o “sboccata”, per chi preferisce (!) - non dando peso a cose per le quali, sinceramente, ci si può anche permettere di perdere “l'occasione”. Mi è sembrato un modo divertente per non assecondare la baggianata che mi si proponeva. E' stato buffo, però, vedere che per una piccola intervista come quella sono state necessarie 3 pagine, infatti erano più gli insulti al gruppo delle mie risposte! Ce l'hanno messa proprio tutta per narrare la fiaba dei Siderartica e della loro intelligenza perduta. Sono sicura di poter individuare le possibilità per “parlare” e, la mattina in cui mi è arrivata quell'intervista, non si trovavano lì. Prenderla sul serio avrebbe significato assecondare la parte brutta del mondo. Fino a quando i modi sono questi, i Siderartica non devono fornire spiegazioni a nessuno, perché non c'è nessuno per cui valga la pena di fornirle; fino a quando la democrazia del mondo continuerà a basarsi sul populismo più bieco e su forum – dove si usano nickname per aprire le gabbie ai vigliacchi – noi saremo altrove.

- La musica dei Siderartica è moto raffinata ed elegante, morbida, preziosa e immaginifica; ciò vi distingue da molte bands della scena dedite ad atteggiamenti funerei, pessimistici ed esistenzial-depressivi. Nelle vostre canzoni invece mi sembra di scorgere una vena più ottimistica e solare, pur misteriosa e spirituale ma mai inquietante, bensì vitale. Anche il vostro look ed il vostro modo di porvi rispecchia secondo me l'impostazione della vostra musica, elegante e sensuale. Pensi di poter essere d'accordo con le mie affermazioni?
– Certe vere attitudini al “nero” sono insite negli spazi più profondi di alcuni. Trasformarle in look, musica e moda in generale è qualche volta affascinante, ma per lo più idiota e riduttivo. E quando convivi con una strana sensazione di terrore, quando la vita ha indossato il nero più puro, per forza di cose, inevitabilmente, ci viene voglia di costruire qualcosa giocando con qualcosa che sia anche un pò glamour, di trovare soluzioni su soluzioni indossando un paio di stivali colorati, di escogitare sistemi, rimedi contro ciò che è negativo o malsano descrivendo una notte magica, non lugubre, di riesumare quei pochi brandelli di bellezza che ti possano entrare negli occhi con la violenza di un lampo attraverso figure immaginifiche e non cadaveri di corvi rinsecchiti. La speranza diventa un ottimo punto di partenza. L'arrivo è la terra di Dio prima della morte...!

- Quantitativamente e qualitativamente la tua vena creativa è letteralmente impressionante! E' possibile coniugare tutti i progetti musicali che ti vedono coinvolta? Ritieni di dedicare il giusto spazio ad ognuno di essi?
– Questo è uno dei complimenti più belli che mi abbiano mai fatto! Ora qualcuno penserà che ti abbia offerto un mucchio di soldi! I progetti sono già tanti e difficili da portare avanti, almeno per me. E lo dico sinceramente. Ma le idee che nascono durante le giornate sono ancora più numerose e ci vorrebbe una specie di vero cast musicale per dare corpo a tutti questi pensieri. Quindi, da un lato è irrinunciabile, sia per me che per Angelo, l'esistenza di varie “stanze” dove riporre ogni concetto, ma, dall'altra, siamo materialmente pochi perché questo processo avvenga indolore. Ogni progetto necessita di una sana e non ipocrita concentrazione e, nello stesso tempo, noi necessitiamo di ogni progetto. Nessuno qui ha voglia di fare musica come si fanno le frittelle, così, di volta in volta, cerchiamo di dedicare il giusto spazio a ciascuna cosa, a costo di rallentare le uscite discografiche.

- Quale pensi sia stato l'apporto che Elena Fossi ha donato all'entità Kirlian Camera?
– Angelo si è spesso avvalso di bravi collaboratori, chi più vicino, chi un po' più esterno. Personalmente stimo i miei predecessori e trovo che le voci che hanno accompagnato il lungo percorso di KC siano sempre state scelte con gusto e criterio. Da parte mia, ho sempre pensato ad un gruppo come ad una specie di famiglia, quasi dovesse contenere in sé un legame sanguigno e in Angelo ho scoperto ben presto un ottimo alleato in questo senso. Sono pochi anni che lavoriamo effettivamente insieme, ma credo che entrambi possiamo sentire una reale vicinanza con i pensieri che poi traduciamo in musica. Più che sentirmi collaboratrice, cantante, o altro, sento che KC può essere anche la mia casa...

- Come sei entrata in contatto con Angelo Bergamini ( - ti prego a tal proposito di rivolgergli da parte mia i miei più sentiti omaggi ed apprezzamenti)?
– Nell'estate del '99, Angelo - che ti ringrazia e saluta! – stava cercando una specie di voce supporto ad Emilia, che era sempre più occupata nel suo lavoro di medico e sempre meno presente nel gruppo. Così, Gianluca Becuzzi, ex Limboman, che aveva contatti con Angelo ed era mio compaesano, ha pensato di suggerirgli me. In realtà allora Gianluca ed io non ci conoscevamo, ma mi aveva sentita cantare. Così, una mattina di luglio mi ha accompagnata a Parma...

- Come ti vedi tra 10 o 20 anni? Dove credi ti porteranno le esperienze che stai compiendo?
– Per quello che sto facendo, il futuro mi può riservare una tomba color fucsia sotto i ponti della stazione centrale di Bucarest, ma io troverei più confortevole un riconoscimento reale per quello che ci impegnamo a fare. Questo significherebbe che chi ascolta musica sta cambiando orientamento e per noi, è ovvio, sarebbe come vincere una grande sfida. La terza ipotesi consiste in un paio di nuove tette fiammanti di cui un ottimo chirurgo plastico potrebbe prendersi cura, magari tra una quindicina d'anni costa pure meno!!!

- Concludi pure tu questa intervista rivolgendo un messaggio ai fans di Siderartica e di Kirlian Camera...
– Troppi coccodrilli popolano questa terra e le loro lacrime ricoprono gli oceani di fango. Ciascuno scelga la sua forma e il suo colore con consapevolezza e coraggio, e si ritagli il suo destino. La terra di Dio ci sta chiamando...

- Ancora grazie mille del tempo dedicato a Stereo Invaders e della tua disponibilità. Spero di poterti presto ospitare nuovamente su queste pagine magari per commentare le prossime uscite delle bands che ti vedono coinvolta.

Saluti!

  • Psychotron

  • Taken from: http://stereoinvaders.altervista.org