:Ritual: #17, 07/2004

LONTANI DAL DOLORE

I lavori importanti richiedono tempo. 'Invisible Front. 2005 è uno di questi, carico di suggestioni e di temi, difficile da afferrare, ma con un fascino arcaico che lo illumina dal primo ascolto. Il viaggio dei Kirlian Camera prosegue in un altro universo, in un mondo dove la sensibilità è un pregio e non importa se per arrivarci bisogna attraversare universi e galassie. Il messaggio che appare tra le parole di Angelo e Elena è un richiamo profondo a difendere dalla barbarie le proprie emozioni più pure, ad offrire conforto e calore prima che sia troppo tardi. Il fronte invisibile è ovunque e valicarlo significa liberarsi per sempre della trivialità di un mondo dedito alla sola apparenza.

Il vostro nuovo album colpisce sin dal titolo: 'Invisible Front. 2005'. Se c'è un fronte invisibile ci deve anche essere qualcosa oltre di questo, ma cosa o chi?
E: Il fronte invisibile è una linea che non attraversa nè la vita nè la morte, che va oltre ognuna delle nostre assurde esistenze da maiali. La verità non è certo nelle nostre vite. L'uomo usa una parte ristretta del suo cervello, soprattutto qualcuno..., ma anche una parte molto piccola della sua sensibilità. Dietro la linea trasparente ma "barricatrice", esiste un luogo dove i pensieri sono puri e i silenzi significano più di molte parole. Qui non c'è la serenità del Paradiso, nè l'angoscia dell'inferno. Qui c'è un'unica via, quella assoluta, contro ogni forma di animalità e quindi contro ogni forma di ignoranza. Allora, cerchiamo l'accesso, facciamo in modo che il fronte diventi visibile... Resta solo da decidere.

Dentro il titolo c'è anche un'ottica legata al ricordo, il citare a inizio e fine album diari e memoria. Si può parlare di eventi per noi ancora futuri ma raccontati da chi ha già visto?
E: Esattamente. Il diario iniziale è un sogno premonitore di un uomo, che viene completamente assorbito da una realtà nuova, dove non esistono punti in comune con la terra, dove i cinque sensi non hanno potere, nè utilità. Colui che ha visto tutto questo non potrà mai più tornare indietro; il suo nuovo mondo lo accompagnerà anche dopo la morte e i suoi ricordi apparterranno per sempre alla sua nuova terra. Ogni cosa che viene raccontata in questo diario prenderà successivamente forma nel disco fino al pezzo di addio, dove sprazzi di memorie di una vita che è stata terrestre apriranno la strada a vicende ben più lontane nel tempo e nello spazio.

A proposito di futuro, l'intero album sembra essere un viaggio nello spazio, dai riferimenti ai pianeti, alle storie che vengono raccontate, alla stessa musica. E' l'universo la realtà a cui tendere?
E: Sì, tutti i pezzi sono legati tra loro e ambientati nello spazio, lontano dai capricci e dalle bugie che investono il nostro pianeta. La stessa scelta di paticolari suoni appuntiti e alieni, nonostante il ritmo, vuole dare la sensazione a chi sta ascoltando di viaggiare nel cosmo insieme alla musica, una sorta di colonna sonora per chi voglia staccarsi per un momento dalle atmosfere terrestri e soprattutto terrene. Direi che la realtà a cui tendere è l'universo mentale.

Sono rimasto molto impressionato dal concetto che sta alla base di 'Netertiti One'. Non riesco a darmi una risposta se sia più affascinante e romantica l'idea di rendere universale l'omaggio alla bellezza fisica femminile o se si possa definire un gesto di arroganza questa convinzione che ogni essere esistente possa restare affascinato dalla perfezione per i canoni umani. Voi che ne pensate?
E: Naturalmente non si tratta di campanilismo terrestre! Diciamo che, in un mondo che fa fatica a riconoscere la vera bellezza, abbiamo desiderato immaginare l'esistenza di luoghi superiori dove tale concetto potesse essere compreso al meglio, e supportato da un'utenza più alta! Un bel corpo femminile sta qui a significare una mente nobile, un grado di sensibilità e sensualità superiori, da cui fuoriesce inevitabilmente una totale bellezza. Chi è nelle condizioni di ammirarla non fa che nobilitare la sua specie. La nostra preoccupazione, invece, è relativa al fatto che sia proprio la bellezza stessa ad estinguersi.

Inoltre la donna ha 33 anni, non vi nego di aver pensato subito a Cristo. C'è un legame?
E: Il nesso è assoluto, come assoluta è la necessità di trovare una vita più spirituale di quella che stiamo vivendo. Lasciamo perdere la religione, ma pensiamo ad un uomo che non è stato creduto nel momento in cui si stava sacrificando per uno straordinario ideale. Questo mi piace: il suo essere kamikaze non per distruggere, bensì per tentare di aprire un nuovo capitolo universale. Ed è esattamente questo senso di sacrificio che lega entrambe le figure in questione, due esempi di bellezza inadeguati sulla terra.

Le atmosfere per esempio in 'The Path Of Flowers', inoltre, sembrano più rarefatte e malinconiche che negli ultimi album, come se ci fosse un ritorno al "sentire" di album come 'Schmerz'.
A: Sì, un ritorno a quel "sentire", come dici tu, non certo alle sonorità, anche se devo dire che 'Schmerz' nasceva paradossalmente da un momento meno intenso, più disteso. Molti dei lavori passati mi appaiono oggi come una "preparazione" a quello che sarebbe poi avvenuto con questo disco. 'Still Air' è stato il primo capitolo di questa terza incarnazione del gruppo, ma anche quel lavoro non è così relazionabile a 'Invisible Front'. Ho difficilmente ascoltato qualcosa di più drammatico di questo disco, mi sento di dirlo perché non è per forza un complimento, perché non è stato scritto in solitudine come in passato, ma anche da un'altra persona, che molto ha recato a questo spirito, a questa esperienza personale nel disco.

'The Path Of Flowers' affronta il tema della perdita e dell'inutilità di tutto ciò che si ha o possiede nel ritrovare colei che si ama.
A: Ho scritto il testo alla musica di Elena pensando ad una sera in cui una persona si raccoglieva a celebrare l'assenza definitiva di tutto ciò che amava e di chi non c'era più. Era una proiezione, ma diveniva insostenibile ed interminabile. Raccogliersi a ricordare la morte stessa della speranza è un fatto di isolamento, unico, potente, tragico. Non è vero che 'finché c'è vita c'è speranza', non si ragiona a massimi sistemi... La speranza non porterà a nulla; essere perduti, e nonostante tutto avere la forza di combattere contro l'ingiustizia, sì. Ma poi, chi se ne frega di questa "speranza", che nient'altro significa se non "sopravvivenza". Non si dovrebbe sopravvivere ad ogni costo. Chi sopravvive è un imbecille. A queste idee, si aggiungeva il ricordo di un sacrificio terribile ed inevitabile. Non sto solo parlando di coppie separate dalla fine di uno dei due. No, il concetto è altrove: il mondo grottesco, il carnevale che uccide e ride fortissimo del tuo lutto, fino a farti vomitare per lo spettacolo della bruttezza proveniente da tanta lugubre ingenuità. La volgarità del carnevale non sta nell'irriverenza portata all'eccesso, ma nel pretendere di stupire qualcuno. Satana non è il male, Satana è una merda e puzza, lo dice lui stesso. Il male è ancora più potente e viene da un'altra zona. Anche all'Inferno esiste ancora la possibilità di dedicare una sera di raccoglimento ad una tragedia più grande della storia stessa, se uno vuole davvero. Non so più come e a chi dire che è meglio non avere paura, non salvarsi, non fuggire. non aggredire. Essere pronti a morire, sempre, nel ricordo della luce che abbiamo intravisto, fosse solo un tramonto. Essere vicini a chi ci ama come fosse l'ultimo minuto, prima che sia tardi.

C'è un'altra figura femminile di cui mi preme parlare: Jarboe. Come è nata la collaborazione?
A: Mi piace il lavoro che Jarboe ha fatto da sola e con gli Swans, lavoro in cui m'è sempre sembrato di trovare una "rabbia dal volto triste", un "dolore in assenza di simboli". Quindi, ne ho parlato con Massimiliano di E.N.D.E. e lui mi ha messo in contatto. Io le ho chiesto se le andasse di lavorare su uno o più brani ed è sembrata contenta. Proprio lei ci ha spedito una base con un loop ritmico sovrasatato da varie voci sue, sul quale abbiamo molto lavorato. Poi noi le abbiamo inviato una versione di 'Kobna Dob' su cui cantare; quest'ultima collaborazione uscirà più avanti, come pezzo complementare del mini-album 'K-oroner's-Pax'.

Torniamo un attimo al passato: cosa è cambiato nei Kirlian Camera con l'uscita di Emilia Lo Jacono?
A: Non è un argomento facile. Diciamo che Emilia era ormai orientata su climi più spensierati e lontani da quelli che invece sono massivamente presenti oggi, ancora più che in passato, nei KC. Il suo orientamento verso la musica sud-americana di alto ivello stava creando in me un po' di dubbi. Lei ha i suoi gusti, ed è giustissimo che opti per un ascolto adeguato ad un personale orientamento che nel tempo si è rafforzato, ma noi volevamo trattare altri argomenti, che davvero sentiamo particolarmente vicini quotidianamente e viviamo. KC è un'entità aperta alla sperimentazione e addirittura a certa contaminazione, l'abbiamo anche provato, scontentando tra l'altro anche parecchi fan quando è accaduto, e sempre prendendocene la responsabilità. Il periodo contrastato di 'Unidentified Light', per esempio, ha dato i suoi frutti positivi e negativi, ma io ed Elena, senza rinnegare nulla, non possiamo continuare in una direzione che preveda sempre grande uso di linguaggio contaminato. Altro problema erano le ore di lavoro ospedaliero che Emilia doveva affrontare ogni giorno e che la portavano sempre più lontana dagli impegni musicali. Avevo bisogno di un nucleo stabile, vero e soprattutto di una persona capace sì di cantare bene, ma anche di creare musica e testi, di operare nel gruppo secondo un codice di educazione, capacità, padronanza di linguaggio e molta, molta passionalità e senso di sacrificio. L'ho trovata. Oggi i KC sono un gruppo reale, di persone molto motivate, gestito senza mai un momento di abbandono all'incuria. Teniamo molto a questa nostra realtà odierna, sfortunatamente alquanto estrema...

L'ultima cosa che vi volevo chiedere su 'IF.2005' riguarda le immagini: la cover è molto più cupa e lugubre delle foto interne, che sono radicalmente diverse, a cosa è dovuta questa differenza? A quale significato si può ricondurre l'immagine di copertina?
E: Da quando questo disco è entrato nelle nostre teste, tutto ha seguito un filo unico e, ancora prima di focalizzare i pensieri su un particolare momento dell'album, il nuovo materiale si era già intrecciato col precedente, sia musicalmente che a livello grafico. Quindi, l'immagine di copertina è particolarmente legata a 'Nefertiti One', come lugubre e sofferente simbolo/metafora di bellezza. Nell'interno del libretto si respira un'aria diversa, più pacifica e armoniosa, per sottolineare il contrasto tra due mondi: il nostro e questa specie di secondo aldilà sottoforma di ambiente spaziale, dove sacralità e bellezza confluiscono in un unico raggio di verità.

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