SPECTRA*paris Myspace, 05/2011

Frank Bentert di Bodystyler Magazine intervista Elena Alice Fossi

01 Sei stata recentemente in tour in Germania, suonando in vari clubs anche come diretto supporto a Kirlian Camera. Personalmente, sono stato piuttosto fortunato di poterti vedere due volte dal vivo quest'anno e sono rimasto sorpreso di quanto poco tu patisca lo sforzo di tenere due concerti nella stessa sera. Dove trovi la forza di rappresentare entrambi i progetti in maniera così pienamente soddisfacente senza penalizzare nessuno dei due?
ELENA – Un bel complimento, grazie! Il mio dentista, che è un fan di Kirlian Camera, mi ha soprannominato dottor Jekyll e mr. Hyde, perché vedendomi, per dire, al supermercato, sembro più una specie di anonimo leprotto che carica il carrello più velocemente possibile per darsela a gambe! Ma il palco è l'unico luogo dove mi trovo ad essere me stessa per davvero. Lì non sento nessun dolore, nessuno sforzo, nessuna repressione, niente di niente! Mi lascio esplodere! E, se questo viene recepito, è un piacere!

02 Lo stile di S*P e KC è molto differente. Quanto è difficile per te, per la tua mente, il saltare da uno all'altro?
ELENA – Si può giustamente definirlo un salto, che per me è doveroso fare per non affogare in un'equazione matematica. Per questo motivo, nessun tipo di sforzo. Ho piena coscienza di entrambi i progetti e sento di potervi appartenere con spontaneità, senza impalcature artificiali. Mi piace essere poliedrica, ma state pur tranquilli: non mi vedrete mai ballare allegramente mentre intono musica latina!

03 Ho visto che Alessia è presente sul palco sia con S*P che con KC. E' stata un'eccezione o vedete voi stessi come una grande famiglia nella quale vi supportate a vicensa senza "se" e senza "ma", come fa la tipica famiglia italiana?
ELENA – Ah, ecco qualcosa che in Italia possa ancora essere considerato come un buon valore! E' evidente come noi, popolazione Kirlian, abbiamo una concezione che oltrepassa lo standard della band generica. Nel tempo, ci siamo circondati di numerosi musicisti che, per vari motivi, si sono alternati tra di loro. E la "famiglia" si è allargata a dismisura! Per quanto riguarda l'assetto live, quasi tutti, chi più chi meno, hanno continuato a ruotare attorno al gruppo e questo ha dato la possibilità all'entità Kirlian Camera di non vincolare e, allo stesso tempo, di non essere vincolata da nessuno. Un ottimo modo per avere contemporaneamente famiglia e libertà! Così, penso Alessia continuerà ad apparire sul palco anche con Kirlian Camera, perché è una persona speciale ed un'amica molto cara, oltre ad essere musicalmente dotata.

04 Ci sono volte in cui non provi per nulla desideri? Se sì, che cosa fai?
ELENA – Beh, sento una forte sete di vita, sono una persona piena di desideri. Non conosco la noia, quindi non potrei fare che quello che faccio, dal momento che questa strada porta ad un mondo incredibile ed io voglio continuare ad inseguirlo con coraggio, forza ed entusiasmo. Conosco molto bene la tristezza e l'angoscia e proprio per questa ragione non lascerò loro spazio.

05 Il tuo intero lavoro musicale dimostra che c'è molto potenziale creativo in te. Hai un vero obiettivo da raggiungere, o intenzionalmente tieni tutte le porte aperte per futuri esperimenti in cui coinvolgerti?
ELENA – Non essendo più una bambina che sogna, posso dire consapevolmente che comporre musica e poi poterla interpretare è per davvero l'unico grande scopo e desiderio della mia vita, soprattutto dal momento in cui, nel 2000, ho avuto la possibilità di fiancheggiare una persona che fa musica come puro nutrimento dell'anima, cioé Angelo Bergamini. Non voglio essere ipocrita: il mio sogno sarebbe indubbiamente riuscire a condividerla con più utenti possibili, quindi, anche poter ottenere un grande successo mi darebbe molta gioia. Ma, negli anni, resta in me un forte limite, che potrei anche definire scudo verso tutto ciò che è superficiale o, addirittura, demenziale. La mia repulsione alle "orecchie puttane" è forse ancor più grande del mio sogno di essere riconosciuta dallo standard di massa. Soprattutto in un periodo storico che di certo non lascerà nessuna eredità musicale ai posteri, chi ha realmente qualcosa da dire, difficilmente può essere ascoltato. Oggi tutto viene spazzato via con forza e velocità e chi, come me, ha bisogno di essere seguito con lentezza e coscienza, deve, suo malgrado, restare imperturbabile sul binario 4, quando il treno di Rihanna sfreccia arrogante.

06 Sembra che I testi giochino un ruolo molto importante in S*P, musica a parte. Prendi ispirazione da modelli letterari, mentre scrivi le liriche?
ELENA – Il mio modo di architettare storie è il riflesso di certe sceneggiature filmiche. Spesso "vedo" la musica, più che udirla. Il mio magazzino di pensieri e idee è uno schermo televisivo dove prendono forma personaggi, colori, ambientazioni. Per questo do abbondante peso ai testi, anche se non mi illudo di riuscire ad esprimere tutto ciò che vorrei in 5 minuti di musica per volta. Mi piace però pensare che certe atmosfere, spesso inquiete nelle mie storie, possano attraversare alcuni di coloro che le ascoltano, come una piccola scossa.

07 Perché hai scelto la musica e non la scrittura, la pittura, o altri tipi di arte?
ELENA – C'è qualcos'altro che decide, in queste situazioni: l'istinto, o quel brivido netto come una scheggia che ti attraversa in un momento speciale. Non si va a cercare, non si prende una decisione pensata a tavolino! E' purezza assoluta.

08 Qual è la ragione per cui solo ragazze sono coinvolte in S*P? Gli uomini avrebbero una possibilità di partecipare al progetto?
ELENA – Io discrimino solo chi e ciò che ritengo idiota. E certi uomini non sono davvero compresi in quella categoria! Tanto più che sto pensando in futuro di inglobare un elemento maschile. Con SPECTRA*paris ho voluto sperimentare qualcosa di nuovo per me stessa. Quando indosso i vestiti di "Miss Spectrette", rispolvero, a tratti, quel lato ludico che non vorrei seppellire nella solita cassapanca dei 'grandi'. Credimi, giocare tra ragazze è veramente divertente. Io guardo le mie amiche, peraltro ottime musiciste, muoversi, ridere, fare le sceme... Loro sono delle gran belle ragazze, ma giocano in un modo che... ci si dimentica di appartenere a questa vita...

09 Tu e le tue ragazze siete così "vicine" che sarebbe possibile vedervi la sera in un bar o ad un party, al di là del businness musicale?
ELENA – Tu ci vedi ben truccate su un palco, un pò chiccose a rilasciare un'intervista, un pò puttane in una qualche fotosession in cui abbiamo voglia di giocare un pò... Ma ci trovi di sicuro a bere qualcosa in un bar, o, brutte e sudate, a fare pilates, o a qualche conferenza archeosofica in cui Marianna, laureata in archeologia, ci trascina spesso! Sono convinta che non abbia senso il contrario. Essere una band è una cosa grossa, non si fa col primo che capita!

10 Per favore, mi daresti 3 suggerimenti di bellezza per le nostre lettrici femmine?
ELENA –

1. non guardarsi troppo allo specchio. Si rischia di imbattersi in alieni e brutte occhiaie.
2. nei momenti in cui ci si sente profondamente brutte, iniziare a fare qualcosa in cui si è piuttosto brave, a carattere possibilmente culturale, per esempio, scrivere, dipingere, discutere di argomenti profondi, può permettere di riequilibrare la bilancia dell'autostima e l'ego ne può uscire più tronfio e soddisfatto!
3. La bellezza è una scatola vuota. Imparare a spostare l'attenzione dalla bellezza alla sensualità, equivale a trarne molti benefici.

13 Dicci per favore come spendi il tuo tempo in una tipica giornata, quando non sei in tour o stai lavorando su qualcosa di musicale. Sono sicuro che ti aggirerai in qualche boutique, ogni tanto, giusto?
ELENA – Accade veramente di rado che io mi allontani dal mio computer per pensare ad altro. Ma arrivano anche quelle strane giornate in cui le mie amiche decidono di staccarmi le cuffie dalla testa, (in un certo senso è come se staccassero il respiratore!) per andare a fare shopping, magari a Bologna o Milano. Devo dire che ci divertiamo parecchio, perché entrare nei negozi è per noi un po' come andare al parco giochi, inutile tentare di trattenersi. Ci proviamo cose assurde, tanto che spesso attiriamo l'attenzione della clientela che ci guarda a tratti divertita, a tratti contrariata! Certe volte esageriamo un po' e qualcuna di noi inizia a riprendere la scena... può essere imbarazzante, quindi per certo ha da rimanere top secret!

14 Hai rituali fissi nella tua vita, che ti accompagnano durante il giorno?
ELENA – Del tipo che non mi addormento se non faccio almeno una partita a Spider mentre mi rimpinzo di patatine fritte?

15 Dicci per favore un cliché dei Tedeschi, che tu hai notato stando in contatto con la gente, qui.
ELENA – Andando a parlare di nuove tendenze... vedo che avete un impressionante numero di uomini che portano occhiali da vista...

16 ed un cliché tipicamente italiano che tu hai riscontrato?
ELENA – Andando a parlare di nuove tendenze... vedo che abbiamo un impressionante numero di uomini che portano magliette e giacche da fighetta...

17 La domanda sui progetti futuri è molto diffusa, nelle interviste. Piuttosto, io vorrei chiederti che cosa non avverrà. Ci sono cose che non faresti mai, in musica?
ELENA – Si spera che mai dirò "che noia questa canzone!" mentre sto componendo qualcosa che voglio pubblicare, perché la noia non è la benvenuta, nel mio mondo. Troppo spesso i "musicisti" scrivono musica perché non vogliono prendersi alcuna responsabilità, nel loro dorato mondo scimmiesco. E si sente...

  • Frank Bentert