Mescalina Musica Live, 03/2002

KIRLIAN CAMERA
02/03/2002 BINARIO ZERO, MILANO


Ci lasciamo alle spalle una pioggia insistente, nemmeno troppo fastidiosa ad accompagnarci all'ingresso del club. All'interno l'esibizione del trio romano XP8 è già a buon punto: pura energia techno sublimata da una voce monocorde ad introdurci nel modo migliore al clima della serata. Spetta al DJ introdurre con una raffica di classici dell'industrial il ritorno dei Kirlian Camera, assenti da diversi anni dalle notti live milanesi.
L'entusiasmo del numeroso pubblico accoglie un'apparizione memorabile. Dotati di passamontagna e di un ambiguo abbigliamento, evocativo di scenari poco rassicuranti, i tre si schierano frontalmente sul palco. La voce proveniente da Angelo Bergamini, unico leader superstite dalla formazione originaria e vero e proprio deus ex machina del gruppo, legge con profonda partecipazione un elenco di date del '900: simbolico e provocatorio atto d'accusa alle ipocrisie della nostro storia. L'impatto procurato è marziale. Non avevo mai assistito prima d'ora ad un loro concerto, ma non nego di comprendere gli attacchi mossi loro da una certa critica basatasi su un'interpretazione superficiale di un'immagine volutamente dubbia. La curiosità viene stuzzicata da queste premesse, e definitivamente appagata da un live-act oscuro e variegato. Se infatti oscura è la vocazione ad un'elettronica fredda e malata, dispensata dalle tre essenziali postazioni sul palco, variegata è la scaletta, che si propone di accostare diversi episodi di una carriera ormai ventennale.
Ne deriva un'esibizione che ripercorre anche discontinuamente la parabola evolutiva del gruppo, dettata primariamente dalla costante ricerca di un modello sonoro esclusivo. Se quindi il battito ossessivo di brani quali "Solaris" acquista profondità grazie ad un'interpretazione dura e partecipata, è la stupenda voce di Elena Fossi ad arricchire di fascino le glaciali atmosfere di "In the endless rain" e ci fa volare alto con il classico datato 1985 "Blue room", la cui melodia rapisce e sa emozionare. L'affiatamento del gruppo è saldo, grazie al sapiente lavoro che la personalità controversa e travagliata di Angelo Bergamini sa organizzare. È lui infatti che stabilisce tempi e modi del set, così come quando lascia il palco ad un'inaspettata cover di "Atmosphere" dei Joy Division, qui riproposta in una sognante e inquieta versione. Il suo ritorno, finalmente privo del passamontagna, lo vedrà impegnato in una interpretazione memorabile della epica "Fields of sunset", coadiuvato dalla chitarra acustica di Andrea Savelli.
Veramente notevoli successivamente le versioni di quel gioiello EBM che è "The desert inside", qui proposta senza l'apporto della voce femminile ad esaltarne la cupezza e di "Eclipse" nel bis, a rimarcare il duplice ruolo di prim'ordine che i Kirlian Camera si sono guadagnati internazionalmente negli anni '80 all'interno della scena dance e in epoca più recente nel circuito dell'elettronica di stampo più malinconico e poetico, senza mai per questo risultare ostici o elitari. Per questi motivi va dato atto al leader di possedere una costanza e tenacia con pochi rivali attualmente in circolazione.
Il gruppo saluta e si congeda dal proprio pubblico, che solo dopo lunghe e ripetute richieste convince i tre a risalire sul palco con la durissima "Erinnerung". I presenti vanno in visibilio, e una prolungata scossa attraversa la spina dorsale del Binario Zero. È impossibile rimanere fermi, Angelo Bergamini oramai senza voce urla le sue ultime angosce nel microfono, mentre oramai tutto il locale si muove instancabilmente al ritmo dei suoi versi.
Il concerto è finito. Guadagniamo l'uscita del locale. La pioggia fuori non cessa di cadere. Ci lasciamo sopraffare dal suo scrosciare, come rapiti da nuovi sintetici trasalimenti.

  • Andrea Salvi

  • Taken from: http://www.mescalina.it