Kaos Kulture web-zine, 06/2004

DISPERSI NELLO SPAZIO

Un fiume in piena. Di parole. Ecco sintetizzata quest'intervista. Scusate. Più che un'intervista, una fredda intervista, è stata una piacevole chiacchierata. Di quelle che si svolgono in tutta rilassatezza, fumando un buon sigaro, che fa molto chic e non impegna, e magari irrorando l'ugola con un buon vino rosso. Tra il serio (molto) e il faceto (ugualmente assai). Un clima del tutto informale. Non potevo chiedere di meglio. E come al solito Angelo Bergamani si è dimostrato persona intelligente, arguta e al tempo stesso sagace e pungente quanto basta. Quanto basta per lanciare stilettate. Velate ma non troppo. La parte più istintiva di Kirlian Camera bilanciata da un'attenta e riflessiva Elena Fossi, con la quale ho parlato di argomenti più legati alla musica. Nessuno sproloquio. Nessun delirio. Solamente consapevolezza e lucidità disarmanti per forza e semplicità. Ho letto e riletto le loro parole. Parole in grado di creare una dimensione parallela e totalmente avulsa dalla nostra. Come la musica, del resto. Magia? Suggestione? Forse magica suggestione? Forse. La parola ad Angelo ed Elena. Benvenuti al fronte...

Come da consolidato "rituale" do il benvenuto a te, Angelo, e a Elena su Kaos Kulture. Cosa avete fatto in quest'intervallo di tempo intercorso, non lunghissimo, a dire il vero, tra la pubblicazione di "Still Air" e l'ultimo (capo) lavoro "Invisible Front 2005"?
ANGELO - sono stati anni molto strani ed intensi, poco spiegabili... mi pare di vivere in un sogno dopo la morte.
ELENA - Per quanto riguarda l'ambito musicale, a "Still Air" è subito susseguito il mini album "Absentee", ma questo è accaduto nel lontano 2000. Successivamente non ci siamo presi la canonica pausa di riflessione, ma abbiamo installato nella famiglia Kirlian altre due creature: Stalingrad, progetto che portiamo avanti Angelo ed io e Siderartica, di cui mi prendo cura con l'aiuto di mio fratello Andrea e Andrea Savelli. Ciò che ci è accaduto oltre la musica in questo lasso di tempo, è forse la parte più complicata per noi, ma vi risparmio la fatica di ascoltarla!

Ascoltando il disco e cercando di "sezionarlo", ho notato vari riferimenti al concetto di "futuro": a partire dal "2005" presente nel titolo, o al concetto di esplorazione spaziale (K-Pax, l'astronave Nefertiti One), nonchè riferimenti all'antica civiltà Egizia, Nefertiti, già di per se molto "avanti" per quel che riguarda l'astronomia e le scienze; Nefertiti che richiama, se vogliamo, anche un concetto di "sensualità" atavico...Le recenti missioni spaziali sul suolo di Marte, ad esempio, hanno influenzato/stimolato la vostra curiosità? Sembra quasi che vogliate dirci che il futuro appare in qualche maniera "sensuale"... Che mi dici a riguardo?
ELENA - Naturalmente siamo MOLTO curiosi riguardo tutto ciò che tratta le esplorazioni spaziali, però non c'è un legame vero e proprio tra quello che sta accadendo fuori e quello di cui vogliamo parlare. L'era in cui viviamo ci promette parecchio nel campo dell'avanguardia tecnologica ma decade il senso di speranza individuale; voglio dire che gli umani possono vivere da gran signori, pensando di avere le armi giuste per ogni occasione, ma nel frattempo sembra che venga a mancare un grado di sensibilità tale da permetterci di capire ciò che può essere ogni singolo individuo. Questo album rappresenta un viaggio nel cosmo verso la fine dell'uomo per come è in natura. Il suo carattere decisamente antiterreno dà spazio a sensazioni che troppo poco troviamo nella vita reale. L'umanità deve essere in grado di poter cambiare. Così ci è piaciuto immaginare l'esistenza di luoghi lontani dalla materialità, dove possa emergere la bellezza intesa come sensibilità e sensualità superiori, assolutamente contrapposte all'animalità terrestre. La stessa copertina dell'album sintetizza questo concetto attraverso un nudo femminile consacrato alla disperazione di chi è escluso da tutto ed è costretto ad escludere tutto.

E' corretto considerare Nefertiti (One) come una sorta di "archetipo femminile", sensuale ma al tempo stesso hi-tech oriented? Magari è solamente un mio "viaggio" mentale, ma ho trovato questo concetto molto forte...concetto sintetizzato in musica dalla voce di Elena, sensuale, appunto, ma potente allo stesso tempo...
ELENA - Non è un caso che la nave spaziale che viaggia nel nostro fronte invisibile mostri questo nome. Sono rare le donne che, come Nefertiti, possiedono così tanto fascino, bellezza ed eleganza e per questa ragione in Egitto è stata adorata attraverso il tempo come una dea. La nostra nave spaziale contiene il cadavere di una bellissima donna, scelta come figura sacrificale della storia umana. Personalmente penso che ci sia un forte legame tra la bellezza fisica e quella spirituale. Nefertiti One mostra il corpo di una delle donne più belle, che simboleggia al tempo stesso la spiritualità cristiana. C'è una connessione tra questa donna e Cristo stesso (l'età della donna in data della sua morte è la stessa di quella di Gesù). Ho la sensazione che non ci sia spazio sulla terra per questo tipo di bellezza e che essa debba essere portata come un pesante fardello, perché mette a disagio chi abbia voglia di cagare da tutte le parti. E credo che la sensualità possa spaventare chi non sappia gestirla, così ci sono in giro un sacco di maiali trogloditi che sbavano davanti a tette e culi, ma sono del tutto lontani dal fascino e dalla sensualità. (Come non essere d'accordo...ndJoylessKK)

Uno dei pezzi più belli e "forti" di "Invisible Front 2005" è sicuramente K-Pax. K-Pax, lo dico per chi non lo sapesse, è un film che racconta la storia di un presunto alieno, proveniente dal pianeta K-Pax, appunto, della costellazione della Lira. Uno psichiatra non è però cosi convinto che si tratti di un autentico "omino verde", dato che presume si tratti di un "normalissimo" caso di schizofrenia... Ecco, alla base di questa piccola premessa, è possibile fare una sorta di metaforico-parallelismo tra l'idea di "spazio-ignoto" e le zone ancora inesplorate del cervello umano? E' forse questa la "zona morta nel cielo"? Ovvero, ciò che ancora non si conosce della psiche umana?
ELENA - La zona morta nel cielo rappresenta un'assenza dimensionale, un luogo che va contro la logica terrestre di spazi finiti, un luogo da dove niente ritorna, che si nutre dei ricordi delle anime. Se qualcuno avesse la possibilità di vedere ciò che viene considerato fantascienza, o, semplicemente stati allucinatori, allora potremmo pensare alla zona morta del cielo come a una sorta di confine tra scienza e follia, la soglia oltre l'impossibile. Ma attenzione, si sa che l'umano utilizzo del cervello è molto ristretto, mi sembra che in media sfruttiamo solo il 25% della nostra capacità cerebrale. Così, il parallelismo tra la zona morta del cielo e la parte di cervello non utilizzata nasce spontaneo. C'è solo una barriera oscura da oltrepassare. Aprire una porta chiusa, oltre la quale può esserci la verità o un burrone, sforzarsi di scoprire i nostri reali stati d'animo o adattarsi al modo di pensare corrente. Imparare a riconoscere i nostri stessi occhi o trovare ogni volta un nuovo alibi che motivi o addirittura giustifichi la nostra esistenza... Una cosa è certa: il fronte invisibile è tale solo per chi si ostina a non volerlo vedere!

Se questo che abbiamo appena detto è vero, allora è corretto considerare "Invisible Front 2005" come una sorta di "doppio viaggio"? Nel cosmo e nella mente umana?
ANGELO - Sì, un viaggio che pare un po' senza ritorno, ma non per questo senza una meta: infatti non è "tornare" il punto e nemmeno "morire" a tutti i costi. Il ritorno alla Terra è scarsamente contemplato da questo disco e dal concetto generale a cui tale musica appartiene.

In una mail mi accennasti al fatto che questo disco è il risultato di una effettiva collaborazione con Elena, non come in passato, quando Kirlian Camera era praticamente una one-man-band... Come ti sei trovato a mescolare la tua sensibilità, il tuo gusto CONCRETAMENTE con quelli di un'altra persona e in che maniera questa "sinergia" ha dato vita a "Invisible front 2005"?
ANGELO - Ho sempre sentito il bisogno di lavorare in un "gruppo", perché non credo di essere in grado di dare il meglio, come solista: finisco col fare troppa confusione ed angosciarmi. KC era nato come nucleo, non come progetto individuale; certo, io mi occupavo del 90% delle composizioni, ma sentivo la presenza degli altri come realtà molto attiva. Si discuteva molto, si facevano piani assieme... Ma dal 1983 circa questo è avvenuto molto di rado, fino a non succedere più. Ho avuto collaboratori molto bravi ed anche parecchio interessati e coinvolti, ma credo essi pensassero che io lavorassi molto meglio per i fatti miei, rinchiuso nel bunker dove abito o dove sposto gli strumenti di volta in volta. Ho bisogno invece di qualcuno con cui continuamente condividere idee, ricerche e discussioni, una intelligenza pulsante in un individuo educato, che non mi faccia faticare, ma anche capace di interagire con la mia mente in modo totale, assoluto. Pare impossibile. Invece io l'ho sperimentato ora, negli ultimi tre anni. Elena interagisce coi miei pensieri e coi miei discorsi come in un flusso ad incastro continuo. E' addirittura sorprendente anche per noi stessi che ormai dovremmo essere abituati, a tale condizione. Uno dei due inizia a pensare qualcosa naturalmente e l'altro, inavvertitamente, gli risponde... senza che tale argomento fosse minimamente stato iniziato od avesse un minimo riferimento in atto. Non la chiamerei telepatia, ma è senza dubbio anche maggiomente strana, come situazione. Elena è incredibile. E' molto poco leggibile, da un lato, agli sconosciuti: se ne capisce lo spirito generale, ma da lì ad andare a pensare di trovarsi di fronte ad un alieno capace di simili elaborazioni e passioni... Tra l'altro, proprio il lato passionale, è molto, molto presente in lei, così come in me. Tenere a bada due psicopatici simili è un problema anche per noi stessi, quindi ci siamo messi di buona lena nella "nobile arte della razionalità", dove raggiungeremo la più pura follia, dato che non vi sono molti "sparring partners" o interlocutori...

"Invisible Front 2005" è un album "difficile" da capire?
ANGELO - E' un disco molto ascoltabile, a cui potrebbe aprirsi anche un certo successo di vendite, secondo me. Ma ho visto che, in mezzo a tante congratulazioni fatteci, qualcuno ne è rimasto vagamente disturbato. "Qualcuno" non ci perdona più di esistere. Abbiamo sfidato troppo il senso comune della morte (di un gruppo) e della creatività ("fai tre dischi e poi ti ripeti e... questo solo se sei bravo"). Davvero, è incredibile dirlo, ma a molti questo non va giù. KC potrebbe fare il disco più bello del mondo, ma, per "sentirsi vivi" certi squallidi devono cercare di demolirlo. Pazienza, ne avranno la vita demolita. Se questo gruppo morisse presto, tutti loro, tutti quelli che hanno affondato il coltello nel momento sbagliato avranno problemi gravi. Non che sia una maledizione, ma una realtà. Si riesce a fare accadere fatti particolari, addirittura ad uccidere con la mente, senza muoversi nè parlare, non domandando aiuti esterni, anche senza volerlo fino in fondo. In certe 'zone' si imparano molti segreti, nel tempo.

"[...] E' un disco che mi riporta alla mente i criptici fotogrammi di una pellicola come "2001 - Odissea nello spazio". E' un disco che mi riporta alla mente lo spazio, appunto. Tra stelle morenti e black-holes che fagocitano tutto. Vampiri interstellari con le fauci spalancate. Affamati di vita. La sua inquietante tranquillità. Il suo pesante silenzio. Il suo gelo astrale.[...]" Questo, per sommi capi, quello che ho "provato" ascoltando "Invisible Front 2005". Questo retro-gusto "sci-fi" è solo una mia impressione o volevate davvero comunicare un senso di freddo "vuoto", di tristezza e di solitudine che, di solito, si associa, almeno a livello puramente simbolico, ad una dimensione ignota come lo spazio?
ANGELO - Sì, il freddo vuoto è concezione liberatoria, o anche inquietante, può generare panico. Si può anche perdere la mente, in certe situazioni. Il livello di connessione tra spazio cosmico e follia è alto, anche perché il fattore "ignoto" crea panico, a volte, lo sappiamo. Ad un certo punto, come per incanto, però, in alcuni subentra il senso dell'infinito interiore/esteriore come punto di partenza ed allontanamento dalla condizione esclusivamente fisica o spirituale. Non si può essere né spirituali né fisici, si deve essere forti davvero, responsabili, eterni. Nello spazio non c'è sogno o incubo, non più o di meno che non qui. Sono gli incubi degli uomini "normali" a rendere "anormale" un alieno o un pianeta o una galassia. Bisogna evitare questi incubi, perché prima o poi bisognerà affrontare certe situazioni: meglio essere un po' pronti o almeno "disposti", magari senza essere new-agers a tutti costi...

Ancora un cambio di etichetta... Sono i Kirlian Camera dei gran "rompipalle", oppure c'è qualcosa che non va nella politica delle varie labels per le quali avete inciso? Avete da sempre avuto un rapporto burrascoso e tormentato con le vostre labels...
ANGELO - Mah... è che molti gestiscono male i soldi che hanno e la retorica "sesso-droga-rock" è un effettivo ostacolo alla costruzione di qualcosa di duraturo. Avevamo un manager/produttore che, una volta riuscito a vendere bene, ha pensato di darsi ai cavalli, alle macchine sportive, all'alcool e si è comprato una piscina... Nel frattempo, s'era dimenticato di pagare i gruppi (Però...ndJoylessKK). E' inutile fare i rockers e ruttare a squarciagola dall'auto decapottabile, perché non è alternativa. Non è alternativa non pagare i gruppi. Non è alternativa chiamarsi Oderso Rubini, essere celebrati come padri-santoni della Wave anni'80 e non avere mai pagato nessuno. Altro che tributi... sputi, ci vogliono. E nomi, a volte, purtroppo, anche se io non sono abituato a farne. Quanto sono stato zitto, quanto ho "coperto" comportamenti incredibilmente irresponsabili, solo per non fermarmi ad una prima sensazione! Può darsi che cambieremo ancora etichetta, chissà. Sono un po' stanco di rincorrere soldi che non arrivano mai, di pagare anziché guadagnare, di avere paura di non avere niente per sopravvivere (e non per questo essere tanto intelligente da mollare questa strada difficile). Può darsi che si decida di fare di KC un'entità totalmente autonoma, definitivamente. Per il momento resteremo con Trisol, poi si vedrà.

Ed ora che farete? so che vi aspetta un'attività live molto intensa...avrete il tempo per curare i vostri side project? A tal proposito, dobbiamo aspettarci un ritorno nella fredda Stalingrad o "Court martial" è da ritenersi un'opera unica?
ELENA - Definirei Stalingrad come parte integrante dei nostri pensieri, più che un progetto vero e proprio. Quindi non può avere fine, così... Solo, è importante dedicarsi ad esso nel momento giusto, che, credo, non sia lontano. Abbiamo qualche idea per un eventuale prossimo album, relativa ad un clima più "agitato" e potente di "Court Martial", speriamo solo di fare bene, almeno per noi!

Parliamo ancora un attimo di Stalingrad. "Court martial" è un disco che musicalmente (per via della vena "Morriconiana" in primis) si scosta dalle produzioni KC, ma che a livello di "sensazioni" mantiene una sorta di cordone ombelicale con la sensibilità che siete soliti esprimere con KC...la mia analisi è giusta?
ELENA - Naturalmente la sensibilità relativa a Stalingrad deriva da una matrice unica, anche se ci sono le dovute differenze da considerare, in relazione a KC. Diciamo che con Stalingrad ci abbandoniamo un po' di più a certe sensazioni a scapito della forma, che non è curata totalmente. E' forse la parte più "bambina" che mettiamo a disposizione per questo progetto, un po' più noncurante di come deve essere fatta una certa cosa, ma non per questo menefreghista, semmai, c'è molto cuore e poco altro... (Se un capolavoro è poca cosa...ndJoylessKK)

"[...] No, gli stimoli non sono più paragonabili a tempo fa, infatti SONO AUMENTATI!!!! E questo, a dispetto del fatto siano passati tanti anni. Ora è molto, molto più difficile non peggiorare, più faticoso essere ancora originali. Mi piace questo, perché lo individuo come stimolazione autentica, non esattamente come sfida alle nostre capacità, ma come momento di massima chiarezza e concentrazione, anche se data la vita non proprio "usuale"(purtroppo!) che conduciamo tutto si complica, in tema di concentrazione. Sempre più difficile: meglio ancora! [...]" Durante la nostra prima chiacchierata mi rispondesti così, Angelo, quando ti chiesi se gli stimoli nel portare avanti il discorso musicale intrapreso con KC fossero rimasti immutati nel tempo. Davvero non c'è mai stato "qualcosa" che ti ha fatto pensare "Basta, mollo tutto"?
ANGELO - Sì, poche settimane fa, per la prima volta e pesantemente. Credo si sia fatto il disco più bello, ora. Me lo dico da solo in continuazione, perché credo sia così (Non sei il solo che la pensa cosi, caro Angelo...ndJoylessKK). Quindi, se è così, questo album deve vendere, deve essere aiutato da chi di dovere, deve raggiungere orecchie e cuori. Però... non è nemmeno la portata di un successo notevole, l'elemento di "salvazione" di Kirlian Camera. Io credo che questo gruppo sia stato troppo maltrattato, anche se da molti amato. Non accetto questa negatività da parte di persone totalmente INADATTE a parlare di qualsivoglia entità; inadatte a trattare di qualsivoglia psicologia. Non sono stanco di suonare, ma sono MOLTO stanco della scena musicale, pure non frequentando MAI feste, ritrovi, e ridicoli artisti in genere. Non credo nell'arte, proprio per niente. Credo nel cuore e nella forza, nella giustizia e, qualche volta, pure nella pazienza, ma... qui della mia pazienza s'è abusato. Vedo troppi volti grotteschi, in giro... di gente che ascolta musica per una ragione che non mi riguarda, e che non accetto. Troppi giudici, poca cultura. Troppi libri e poca attenzione... agli insegnamenti, ammesso che ve ne siano poi tanti. Ho dato il massimo delle mie forze e della mia concentrazione, la massima fede nella ricerca della purezza e non intendo smettere... ma può darsi che decida di non dare più queste cose a gente che non stimo. O un pubblico enorme o un numero ristretto ed esclusivo di ascoltatori: noi non siamo fatti per vie di mezzo. Non mi interessa vendere 10.000 copie, perchè so che ne potremmo vendere molte, moltissime di più... allora, mi basta anche venderne 2000 o 1000, ma a chi voglio io...

Domanda per Elena. Come si lavora accanto ad un personaggio come Angelo Bergamini? Puoi dirci tutto...lui non verra mai a sapere di queste "indiscrezioni",eheheeh!
ELENA - Non mi sento di infastidire i lettori con tutti gli aggettivi mielosi che potrebbero uscire fuori da qui. E poi mi servirebbe una quarantina di pagine per questo! Dirò solo che è un privilegio per me lavorare con lui e mi sento fortunata per averlo potuto conoscere bene. Ma non riferirglielo, che poi mi si commuove e al posto della sua solita faccia da culo gli vengono gli occhi da Bambi! (Un tenerone, insomma...ndJoylessKK)

Questa è una domanda che pongo spesso, soprattutto ultimamente, a chi capita tra le mie grinfie, giusto per capire e interpretare ciò che pensano le persone...Dopo la recente strage di Madrid il problema del terrorismo è di nuovo tornato alla ribalta, o meglio, alla ribalta dei mass-media. Sembra quasi che l'impressione comune sia questa: "tutti siamo nel centro del mirino". Molti, ovvero tutto il fronte "pacifista", indica gli Stati Uniti d'America come il principale colpevole di questa situazione: una sorta di orso che, per saziarsi di miele, ha infilato muso e zampe in un vespaio...con le conseguenze che si possono immaginare. Dopo l'undici settembre era però quasi scontato aspettarsi una reazione "forte" degli Usa, che tra attestati di solidarietà (o di fedeltà al Patto Atlantico, fai un po te..), ha raccolto amici, parenti, alleati, per fare un bel "pik-nik" in Iraq. E a questo punto torniamo alla situazione attuale. La Spagna ritirerà le truppe dall'Iraq, mentre altri governi hanno deciso di non farsi intimorire dalle bombe (ovviamente gli interessi economici sono molto più forti di qualche centinaio di morti...). Tu che idea ti sei fatto?
ANGELO - Io non credo di potere intuire molto, perché è la "guerra segreta", quella che conta. Anche lì c'è un "fronte invisibile", anche se non è quello che noi citiamo ultimamente, o meglio, non è 'solo' quello. I motivi e gli interessi rimangono inindividuabili, ma la guerra è un fattore di sfogo importante per tutte quelle persone che impazzirebbero o verrebbero criminalizzate se seguissero i loro istinti in tempo di pace. Il potere è dei forti ed i forti non negano mai il potere ai loro scagnozzi "forti", o presunti tali. Un paracadutista non è "un forte", ma farà di tutto per potere provare che lo è, fino a farsi letteralmente uccidere per avere un'identità. Lo stesso e maggiormente vale per i Kamikaze di ogni popolo, che martiri non sono, ma (s)oggetti privi di volontà che per esistere hanno bisogno di immaginarsi glorificati da un popolo sporco e da un dio inesistente. Infatti Dio è giustizia e giustizia non combacia con "guerra" o meglio con "aggressione". Mai. Si può anche perdere la calma, a volte, ma organizzare un conflitto non è questione di nervosismo, bensì di premeditazione. La guerra è faccenda meno passionale di ciò che sembra, almeno da parte di chi la organizza. Diciamo che chi organizza una guerra ha un concetto di passionalità differente: è quindi, "l'organizzatore di guerra" persona capace di lunghe e naturali sedute di meditazione. Il piacere della meditazione può anche a volte includere l'uso di alcool, ma un bicchiere dura molto, molto tempo. Il guerrafondaio vero e proprio è spesso persona sacrale, triste, che arriva anche a negarsi molto della vita, fino alla soglia del masochismo monacale. Masochismo celante anche orientamento sadico, naturalmente. La guerra unisce sadismo, competizione e carenza d'identità in un amalgama perfetto per essere dato al popolo e sfruttato da chi deve rilevare parte del mondo. E poi... anche chi deve rilevare parte del mondo non è esattamente un burattinaio, ma un altro essere sadico e perverso, appunto, parte di una società. Ma quella società la chiameremo ora 'società segreta'. Ogni società ha i suoi gusti. La guerra di Bush e degli Alleati rimane dominio del più puro segreto celato nei consigli della Società di cui fa parte, così come quella di Hussein, Laden ed altri. Sono, questi capi di stato o di tribù, persone che "non si sono trovate bene nell'interagire tra loro", che non si sono piaciute a vicenda nel corso del tempo, le cui Società non amano frequentarsi o, perlomeno, le cui sotto-società non coabitano volentieri nonostante possano anche avere una invisibile bandiera comune. Ci sarebbe da parlare degli Illuminati, ma qui tutto si complica ed è meglio passare ad altri deliri, AH, AH, AH!!!

End of transmission...qualcosa da aggiungere?
KIRLIAN CAMERA - lo sappiamo che molte cose dette paiono sproloqui, ma... d'altronde abbiamo deciso di assecondare la (nostra) verità e... quello che abbiamo veduto coi nostri occhi.

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